Materiali da costruzione riciclati: guida completa alla bioedilizia sostenibile

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Materiali da costruzione riciclati: guida completa alla bioedilizia sostenibile

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L’edilizia è responsabile di circa il 39% delle emissioni globali di CO2, secondo il Global Status Report 2020 del Programma Ambientale delle Nazioni Unite. Di queste, l’11% deriva dai materiali e dai processi di costruzione, evidenziando l’urgenza di adottare pratiche più sostenibili. In Italia, il settore edile genera circa 58 milioni di tonnellate di rifiuti all’anno, di cui solo il 75% viene effettivamente recuperato, nonostante le potenzialità siano molto maggiori.

L’utilizzo di materiali da costruzione riciclati rappresenta una strategia chiave per l’edilizia circolare, consentendo di ridurre l’estrazione di materie prime vergini, diminuire i rifiuti in discarica e abbattere le emissioni di CO2 del 30-40% rispetto ai materiali tradizionali, contribuendo significativamente alla sostenibilità del settore.

Quali sono i principali materiali da costruzione riciclati utilizzabili in bioedilizia?

I materiali da costruzione riciclati più diffusi sono aggregati da demolizione, legno recuperato e materiali a base vegetale. Questi elementi rappresentano la spina dorsale dell’edilizia circolare contemporanea.

Gli aggregati riciclati, ottenuti dalla frantumazione di calcestruzzo e laterizi provenienti da demolizioni, possono sostituire fino al 30% degli inerti vergini nei nuovi calcestruzzi strutturali, come stabilito dalla norma UNI EN 12620. Particolarmente interessanti sono i calcestruzzi con aggregati riciclati che, secondo studi dell’ENEA, possono raggiungere prestazioni paragonabili a quelli tradizionali se adeguatamente selezionati e trattati.

Il legno recuperato trova impiego in elementi strutturali, pavimentazioni e rivestimenti. Particolarmente rilevante è l’uso di legno proveniente da demolizioni selettive, che dopo opportuni trattamenti può essere reimpiegato in pannelli X-LAM o travi lamellari, con una riduzione dell’impronta di carbonio fino al 60% rispetto al legno vergine.

Tra i materiali a base vegetale riciclati spiccano i pannelli in fibra di cellulosa (ottenuti da carta riciclata), i pannelli in fibra di legno (da scarti di segheria) e i materiali isolanti in canapa e lino. Questi ultimi stanno guadagnando popolarità per le loro eccellenti proprietà isolanti e la capacità di regolare l’umidità negli ambienti interni.

Per approfondimenti sulle caratteristiche tecniche e le applicazioni degli aggregati riciclati, è possibile consultare le linee guida dell’ISPRA.

Vantaggi ambientali ed economici dei materiali riciclati

L’impiego di materiali da costruzione riciclati riduce del 40-60% l’estrazione di risorse naturali non rinnovabili. Questo dato, riportato dall’Agenzia Europea dell’Ambiente, evidenzia il potenziale trasformativo dell’edilizia circolare nel panorama della sostenibilità.

Dal punto di vista ambientale, i benefici sono molteplici: riduzione delle emissioni di CO2 associate all’estrazione e alla lavorazione di materie prime vergini, diminuzione dei rifiuti conferiti in discarica e preservazione degli ecosistemi naturali. Secondo uno studio dell’Università Politecnica delle Marche, un edificio realizzato con il 50% di materiali riciclati può ridurre la propria impronta carbonica del 25-30% nell’intero ciclo di vita.

Sul fronte economico, l’utilizzo di materiali riciclati può comportare risparmi significativi, specialmente in contesti dove i costi di smaltimento sono elevati. In Italia, con l’aumento dell’ecotassa sullo smaltimento in discarica, il recupero e riutilizzo dei materiali da demolizione è diventato economicamente vantaggioso, con risparmi che possono raggiungere il 15-20% rispetto all’uso di materiali vergini.

Un aspetto spesso sottovalutato è la riduzione dei costi logistici: utilizzando materiali riciclati localmente si abbattono le distanze di trasporto, con conseguente diminuzione dei costi e dell’impatto ambientale. Questo approccio “a km zero” si traduce in un ulteriore risparmio del 5-10% sui costi totali dei materiali.

Non meno importante è il valore aggiunto in termini di marketing e posizionamento sul mercato: edifici realizzati con criteri di circolarità possono accedere a certificazioni ambientali (LEED, BREEAM, ITACA) che ne aumentano il valore commerciale fino al 7-10%, secondo dati del Green Building Council Italia.

Confronto tra materiali riciclati e convenzionali nell’edilizia

Criterio Materiali riciclati Materiali convenzionali Note pratiche
Impronta di carbonio Riduzione 30-60% Baseline di riferimento I materiali riciclati richiedono meno energia di produzione
Costo -5% a +10% Baseline di riferimento Variabile in base alla disponibilità locale e ai volumi
Prestazioni tecniche Comparabili con limitazioni Standard di riferimento Necessaria verifica delle certificazioni tecniche
Facilità di approvvigionamento Media-bassa Alta Richiede pianificazione anticipata e rete di fornitori
Certificazioni disponibili CAM, EPD, Cradle to Cradle CE, UNI, ISO I materiali riciclati spesso hanno doppia certificazione

L’analisi comparativa mostra che i materiali riciclati stanno progressivamente colmando il gap prestazionale con quelli convenzionali. Particolarmente interessante è il caso degli aggregati riciclati che, se correttamente selezionati e trattati, raggiungono caratteristiche meccaniche paragonabili agli aggregati naturali per applicazioni non strutturali.

Dal punto di vista economico, la variabilità dei costi riflette la maturità disomogenea della filiera: mentre alcuni materiali riciclati (come gli aggregati) sono ormai competitivi, altri (come i compositi avanzati) possono ancora presentare costi superiori che vengono compensati nel medio-lungo periodo dai benefici ambientali e dai minori costi di gestione.

Un aspetto critico resta l’approvvigionamento, che richiede una pianificazione più accurata rispetto ai materiali convenzionali. Tuttavia, con lo sviluppo di piattaforme digitali per la tracciabilità e lo scambio di materiali recuperati, questa criticità sta progressivamente riducendosi.

Attenzione: L’impiego di materiali riciclati in edilizia deve rispettare i Criteri Ambientali Minimi (CAM) stabiliti dal DM 23 giugno 2022. Per gli appalti pubblici è obbligatorio l’utilizzo di almeno il 15% di materiali recuperati o riciclati sul valore totale dei materiali utilizzati. La mancata conformità può comportare l’esclusione dalle gare d’appalto e la perdita di incentivi fiscali.

Come integrare i materiali riciclati in un progetto di bioedilizia?

L’integrazione dei materiali riciclati richiede una pianificazione fin dalle fasi iniziali del progetto. Il processo deve iniziare con un’analisi dei materiali disponibili localmente.

La progettazione integrata (Integrated Design Process) rappresenta l’approccio più efficace per incorporare materiali riciclati nei progetti di bioedilizia. Questo metodo coinvolge tutti gli attori (progettisti, costruttori, fornitori) fin dalle fasi iniziali, permettendo di identificare le opportunità di utilizzo di materiali riciclati e di risolvere preventivamente eventuali criticità tecniche.

Un elemento chiave è la mappatura delle filiere locali di recupero e riciclo. Strumenti come le banche dati regionali dei materiali recuperati o piattaforme come ICESP – Italian Circular Economy Stakeholder Platform facilitano l’individuazione di fornitori e la verifica della disponibilità dei materiali.

Dal punto di vista tecnico, è fondamentale verificare che i materiali riciclati dispongano delle necessarie certificazioni e rispettino le normative di settore. Il Regolamento UE 305/2011 sui prodotti da costruzione si applica anche ai materiali riciclati, che devono quindi possedere la marcatura CE quando utilizzati in applicazioni strutturali o con requisiti prestazionali specifici.

Particolarmente utile è l’adozione di un approccio BIM (Building Information Modeling) che includa informazioni dettagliate sui materiali riciclati, facilitando la gestione del progetto e documentando le scelte sostenibili per eventuali certificazioni ambientali dell’edificio.

Nota pratica: Quando si progetta con materiali riciclati, è consigliabile prevedere un buffer del 10-15% sulle quantità necessarie per compensare eventuali variazioni qualitative o ritardi di approvvigionamento. Inoltre, è opportuno richiedere sempre campioni fisici per verificare le caratteristiche estetiche e le finiture, che possono presentare maggiore variabilità rispetto ai materiali vergini.

Normative e incentivi per l’utilizzo di materiali riciclati

La legislazione italiana ha compiuto passi significativi per promuovere l’economia circolare in edilizia. Il Decreto Legislativo 152/2006 (Testo Unico Ambientale) stabilisce il quadro normativo per la gestione dei rifiuti, inclusi quelli da costruzione e demolizione.

I Criteri Ambientali Minimi (CAM) per l’edilizia, aggiornati con il DM 23 giugno 2022, rappresentano lo strumento più incisivo per promuovere l’utilizzo di materiali riciclati. Per gli appalti pubblici, i CAM impongono che almeno il 15% del valore totale dei materiali utilizzati provenga da recupero o riciclo. Questa percentuale sale al 20% per edifici con particolari destinazioni d’uso (scuole, uffici pubblici).

Sul fronte degli incentivi fiscali, il Superbonus 110% e l’Ecobonus, seppur con le recenti modifiche, continuano a rappresentare opportunità per interventi che utilizzano materiali sostenibili. In particolare, la detrazione fiscale può essere maggiorata quando si impiegano materiali isolanti che rispettano i CAM, molti dei quali contengono percentuali significative di materiale riciclato.

A livello regionale esistono ulteriori incentivi, come i bandi per l’innovazione nelle PMI che premiano l’adozione di materiali riciclati, o le riduzioni degli oneri di urbanizzazione per edifici che superano i requisiti minimi di sostenibilità previsti dai regolamenti edilizi.

Anche la certificazione energetica degli edifici (APE) sta evolvendo per considerare non solo l’efficienza energetica ma anche l’impronta ambientale dei materiali utilizzati, anticipando l’introduzione del “Level(s)”, il nuovo quadro europeo di riferimento per la sostenibilità degli edifici che include indicatori relativi all’uso efficiente delle risorse materiali.

Checklist operativa per l’impiego di materiali riciclati in bioedilizia

Elemento Descrizione Riferimento normativo
Verifica conformità CAM Controllare percentuali minime di materiale riciclato DM 23 giugno 2022
Certificazioni tecniche Verificare marcatura CE e dichiarazioni di prestazione Regolamento UE 305/2011
Analisi ciclo di vita (LCA) Valutare l’impatto ambientale complessivo UNI EN 15804
Tracciabilità materiali Documentare provenienza e processi di recupero Linee guida SNPA
Verifica prestazioni Testare caratteristiche tecniche rispetto ai requisiti progettuali Norme tecniche specifiche UNI/EN
Piano di manutenzione Predisporre indicazioni specifiche per materiali riciclati Linee guida Consiglio Nazionale Architetti
Documentazione per incentivi Preparare certificazioni per accesso a detrazioni fiscali Circolari Agenzia delle Entrate

Importante: Per garantire la conformità normativa e l’accesso agli incentivi, è fondamentale che tutti i materiali riciclati utilizzati siano accompagnati da una Dichiarazione Ambientale di Prodotto (EPD) secondo la norma UNI EN 15804. Questo documento, verificato da enti terzi, attesta l’effettivo contenuto di riciclato e l’impronta ambientale complessiva del materiale.

Errori comuni da evitare

L’errore più frequente nella scelta dei materiali riciclati è concentrarsi esclusivamente sulla percentuale di contenuto riciclato, trascurando altri parametri di sostenibilità come la distanza di approvvigionamento o la riciclabilità a fine vita. Un materiale con alto contenuto di riciclato ma trasportato per lunghe distanze può avere un impatto ambientale complessivo superiore a un’alternativa con percentuale inferiore ma prodotta localmente. È fondamentale adottare un approccio di valutazione multicriteria che consideri l’intero ciclo di vita.

Molti progettisti sottovalutano l’importanza della certificazione tecnica dei materiali riciclati, assumendo erroneamente che le normative siano meno stringenti. In realtà, i materiali riciclati devono rispettare gli stessi standard prestazionali di quelli vergini, con certificazioni aggiuntive sul contenuto di riciclato. La mancanza di adeguata documentazione può comportare problemi in fase di collaudo o difficoltà nell’accesso a incentivi fiscali. È essenziale richiedere sempre le Dichiarazioni di Prestazione (DoP) e verificare la conformità alle norme armonizzate.

Un altro errore ricorrente è la mancata pianificazione dei tempi di approvvigionamento dei materiali riciclati, che spesso hanno filiere meno consolidate rispetto ai materiali tradizionali. Questo può causare ritardi significativi nel cronoprogramma dei lavori. È consigliabile verificare preventivamente la disponibilità dei materiali, stabilire accordi con i fornitori e prevedere alternative compatibili in caso di imprevisti.

Infine, molti committenti e progettisti trascurano le potenzialità estetiche dei materiali riciclati, relegandoli a usi puramente funzionali o nascosti. I materiali riciclati contemporanei offrono invece qualità estetiche distintive che possono caratterizzare positivamente il progetto. Esplorare le possibilità espressive di questi materiali, magari attraverso campionature e mock-up, può trasformare un vincolo in un’opportunità progettuale.

Domande frequenti

Quali sono i materiali da costruzione riciclati più diffusi in Italia?

Gli aggregati riciclati da demolizione sono i più utilizzati, seguiti dal legno recuperato e dai materiali isolanti in fibra riciclata. In Italia, secondo i dati ISPRA, si producono annualmente circa 45 milioni di tonnellate di rifiuti da costruzione e demolizione, di cui circa il 75% viene effettivamente recuperato e reimpiegato principalmente come sottofondo stradale e riempimenti.

I materiali riciclati garantiscono le stesse prestazioni di quelli tradizionali?

Le prestazioni variano in base al tipo di materiale e all’applicazione specifica. Per usi non strutturali, i materiali riciclati offrono generalmente prestazioni equivalenti. Per applicazioni strutturali, le normative tecniche (come le NTC 2018) pongono alcune limitazioni, consentendo ad esempio l’uso di aggregati riciclati fino al 30% in calcestruzzi di determinate classi di resistenza.

Come posso verificare che un materiale contenga effettivamente materiale riciclato?

La presenza di materiale riciclato deve essere certificata attraverso documenti ufficiali come la Dichiarazione Ambientale di Prodotto (EPD) o certificazioni specifiche come ReMade in Italy o Plastica Seconda Vita. Per i materiali soggetti a CAM, è obbligatoria una verifica di parte terza che attesti la percentuale di contenuto riciclato secondo la norma UNI EN ISO 14021.

L’uso di materiali riciclati comporta costi aggiuntivi?

Non necessariamente. Alcuni materiali riciclati (come gli aggregati) hanno costi inferiori rispetto agli equivalenti vergini, mentre altri possono avere prezzi leggermente superiori compensati da incentivi fiscali. Il bilancio economico complessivo deve considerare anche i risparmi sui costi di smaltimento e i benefici fiscali legati all’uso di materiali sostenibili, che spesso rendono conveniente l’opzione riciclata.

Quali certificazioni ambientali valorizzano l’uso di materiali riciclati?

Le principali certificazioni che premiano l’uso di materiali riciclati sono LEED (con crediti specifici nella categoria Materiali e Risorse), BREEAM (con crediti nella sezione Materiali), il Protocollo ITACA (nell’area Consumo di risorse) e il più recente Level(s) europeo. Queste certificazioni assegnano punteggi in base alla percentuale di materiale riciclato e alla disponibilità di documentazione attestante l’analisi del ciclo di vita.

È possibile utilizzare materiali riciclati anche in ristrutturazioni di edifici storici?

Sì, con le dovute precauzioni. Per edifici vincolati, è necessario concordare con le Soprintendenze l’uso di materiali compatibili con le caratteristiche storico-architettoniche. Particolarmente adatti sono i materiali naturali riciclati come il cocciopesto (ottenuto da laterizi frantumati), le fibre naturali riciclate per isolamenti e i legni di recupero, che spesso presentano caratteristiche estetiche e prestazionali ideali per contesti storici.

Esistono piattaforme per trovare fornitori di materiali da costruzione riciclati?

Diverse piattaforme facilitano l’incontro tra domanda e offerta di materiali riciclati. Tra queste, il Marketplace dell’Economia Circolare di ICESP, le banche dati delle associazioni di categoria come ANPAR (Associazione Nazionale Produttori Aggregati Riciclati) e piattaforme digitali come Matrec e Sfridoo. Anche alcune Regioni hanno sviluppato cataloghi di fornitori di materiali riciclati nell’ambito delle proprie politiche di economia circolare.


Nota: Le informazioni presentate sono basate su ricerche di fonti pubbliche e normative vigenti. Per applicazioni specifiche consultare professionisti del settore.