Nello sconfinato panorama del cibo per l'amico a quattro zampe, analizziamo due etichette spesso oggetto di confusione: "grain free" e "cruelty free".

Cibi "grain free"

Il termine "grain free" significa letteralmente "privo di grano", cioè indica un alimento dove è assente il suo principale componente, che è il glutine.
Si tratta di mangimi senza cereali, al posto dei quali vengono introdotte altre sostanze contenenti carboidrati, come le patate, i piselli secchi, la barbabietola oppure il grano saraceno che non contiene glutine.

La funzione dei cereali è quella di fungere da riempitivi che saziano l'animale senza apportare alcun beneficio a livello nutrizionale.
La caratteristica dei cibi "grain free" è di risultare maggiormente assimilabili per cani e gatti, dotati di un apparato gastro-intestinale che digerisce con difficoltà il glutine, mentre predilige le proteine della carne, delle uova e del pesce.
Il pancreas dei carnivori, infatti, secerne bassissime quantità di enzimi preposti alla digestione degli amidi, che vengono inseriti nelle crocchette unicamente per motivi economici, trattandosi di sostanze poco costose.

I cibi "grain free" sono quindi considerati più naturali rispetto a quelli con cereali, dato che rispettano la fisiologia dell'apparato digerente dei pet, e contenendo un'elevata percentuale di proteine offrono un migliore profilo nutrizionale.

Vantaggi:

* elevata digeribilità;
* rispetto della funzione digestiva;
* maggiore apporto proteico;
* grande disponibilità energetica;
* ridottissima probabilità d'insorgenza di disturbi allergici;
* aumentata consistenza delle feci che risultano molto compatte e ben formate.

Svantaggi:

* alto contenuto di sali minerali che possono alterare la funzionalità renale;
* tendenza a produrre un aumento di peso corporeo e quindi sconsigliati per animali sovrappeso;
* vietati in caso di patologie organiche come il diabete;
* costi piuttosto alti o comunque superiori a quelli delle crocchette tradizionali.

Cibi "cruelty free"

I cibi "cruelty free", il cui significato letterale è "liberi da forme di crudeltà", sono prodotti finiti non testati su animali, ovvero che non hanno subito alcuna sperimentazione su organismi viventi, anche se a tal proposito non esiste ancora una normativa chiara che controlli le metodiche della loro preparazione.
La decisione di acquistare gli alimenti cruelty free si configura come una scelta etica nel rispetto della vita di tutti gli esseri senzienti e non soltanto di quelli d'affezione che vivono nelle nostre case.

Infatti, la maggior parte delle ditte multinazionali produttrici di cibi per pet effettuano di norma test invasivi anche su cani e gatti da esperimento, per provare la non tossicità dei prodotti che metteranno in commercio.
Gli animali cavia conducono un'esistenza davvero inaccettabile: confinati all'interno di gabbie o stabulari e sottoposti a prove spesso dolorose.

Un'altra corrente di pensiero afferma che il rispetto per l'esistenza di tutti gli esseri viventi impedisce di ucciderne alcuni per nutrirne altri; da qui l'esigenza di alimentare i propri pet con cibi vegetariani, appartenenti anch'essi alla categoria degli alimenti "cruelty free".

Vantaggi:

* elevata qualità delle materie prime;
* massima digeribilità;
* tollerabilità anche da parte di soggetti affetti da disturbi digestivi;
* il solo fatto di non uccidere animali nè causare dolore ad altri rappresenta un motivo fondamentale per scegliere questi cibi (vantaggio di tipo etico).

Svantaggi:

* spesso prodotti che offrono questa garanzia presentano un prezzo più elevato rispetto a quelli non certificati;
* eventuali carenze nutrizionali nel caso di dieta cruelty free vegetariana (se si decide di intraprendere questo percorso è sempre fortemente consigliato farsi seguire da un veterinario nutrizionista esperto).

La scelta di nutrire il proprio pet con alimenti "cruelty free" è certamente auspicabile per molte ragioni, a patto che ci si rivolga a ditte serie ed affidabili che assicurino tutte le garanzie necessarie.